PRO LOCO TORVAIANICA


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Lavinium - Pratica di Mare

Torvaianica

LAVINIUM - PRATICA DI MARE

Lavinium sorge a circa km. 5 dall'attuale linea di costa, sulle prime alture (in media m. 80 sul livello del mare): a prima vista la posizione non appare particolarmente forte, tuttavia studiando l'orografia si nota come il pianoro, in alcuni punti nettamente separato dai rilievi circostanti dalle valli di erosione del fosso di Pratica (antico Numicus) e dei suoi affluenti, si presti ad essere fortificato e sia al tempo stesso abbastanza vasto per ospitare un insediamento di notevoli proporzioni.
Il quadro geomorfologico è assai simile a quello della vicina Ardea: entrambe le città, pur trovandosi ad una certa distanza dal mare, possono essere considerate a tutti gli effetti, città marittime Situazioni analoghe in Etruria: Caere, Tarquinia.
La conformazione del suolo e delle valli create dai corsi d'acqua rendevano particolarmente favorevoli le comunicazioni con l'interno (Colli Albani), mentre la portata dei fiumi non costituiva un serio ostacolo alle comunicazioni in senso parallelo alla costa: a nord in direzione di Ficana-guado del Tevere-Etruria meridionale e in direzione di Castel di Decima-Roma, a sud verso Ardea, Anzio, Satrico e la Campania.
Il territorio verso il mare, oggi intensamente coltivato e nell'insieme piatto e spoglio, era in antico coperto dalla foresta umida, la silva laurentina ricordata dalle fonti; solo nel tratto tra Torvaianica ed Ostia, in corrispondenza della tenuta di Castelporziano, la fascia costiera ha conservato un aspetto paragonabile all'antico.
L'estrema propaggine dell'altopiano, isolata su tre lati, con pareti scoscese, vera e propria roccaforte naturale, costituiva l'acropoli della città antica e fu occupata, per le sue caratteristiche, dal borgo fortificato medievale (Castrum Patricae, poi Pratica di Mare).
Condizioni favorevoli all'insediamento è la presenza di sorgenti lungo tutte le pendici e della laguna-palude (palus Laurentia), che si estendeva ad Ovest tra le alture e le dune costiere ed offriva, oltre ad un ottimo porto naturale, anche caccia (soprattutto cinghiali, ricordati dalle fonti) e pesca.
Nell'ambito delle risorse naturali da annoverare la presenza di argilla di ottima qualità, materia prima per la fabbricazione della ceramica (elementi di continuità: ai piedi dell' acropoli fabbrica di laterizi che sfrutta l'argilla locale, fabbrica artigianale di ceramica all'interno del Borgo).
Nell'insieme il panorama in antico doveva apparire più aspro ed articolato, con valli più profonde, pendii maggiormente scoscesi.
Lo studio della topografia antica di Lavinio, come quello di un qualsiasi territorio, o centro, non può prescindere dall'analisi e dal rilevamento di tutte le trasformazioni subite nel corso dei secoli, sia provocate da forze naturali (erosione, dilavamento per azione delle acque meteoriche, progressiva colmatura di depressioni, addolcimento dei profili delle alture e livellamento, mutamento di portata di fiumi e sorgenti, formazione di lagune, avanzamento o regressione della costa etc.) che dall'opera dell'uomo che ha modificato profondamente l'ambiente.
Per l'area in esame la trasformazione più vistosa è costituita dalla bonifica, moderna, della fascia costiera, con prosciugamento della palude e disboscamento progressivo dell'area destinata a coltivazione di cereali, oltre che ovviamente dal processo di urbanizzazione e industrializzazione e, per quanto riguarda specificamente Lavinio, dagli impianti agricoli.
Si ricorda in particolare: strutturazione alla fine dell'800 della tenuta Borghese con impianto della "vigna Nuova" (esagonale) nel cuore della città antica e viabilità connessa, vistosamente percettibile anche dalla cartografia; trasformazioni più recenti in relazione a nuovi assetti, invasi di due laghi artificiali, canalizzazioni, nuova viabilità con progressiva scomparsa di quella non più funzionale, compreso il caratteristico esagono, di limiti di cultura etc., livellamento delle alture.





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